Riceviamo e pubblichiamo questo interessante approfondimento offerto dal blog di Claudio Teseo. L’intermediazione finanziaria è un’attività molto antica, poiché nata nel 1930. Nel tempo si è diffusa, ma le sue origini sono legate ad alcuni degli avvenimenti negativi, che hanno caratterizzato la storia economica del mondo, quali il crollo della Borsa americana a Wall Street nel 1929 e il declino industriale. Tuttavia, ricorda il blog di Claudio Teseo, l’attività di intermediazione finanziaria è favorita dal diffondersi di attività di investimento, di intermediazione mobiliare ed assicurativa, inizialmente in capo unicamente alle banche e, in seguito, a disposizione anche di soggetti autonomi, seppur esperti del settore. Le prime società specializzate in intermediazione finanziaria, però, nascono e si sviluppano a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80.
In particolare, l’intermediazione finanziaria è l’attività di intermediazione che si realizza tra una domanda ed un’offerta di moneta e tra una domanda ed offerta di strumenti finanziari di differente tipologia. Gli intermediari finanziari sono gli esperti che curano l’attività di intermediazione finanziaria e svolgono il ruolo di mediatori tra due soggetti: le “unità in deficit”, nella figura delle imprese e della Pubblica Amministrazione, realtà che hanno necessità di risorse economiche per finanziare le proprie attività; le “unità in surplus”, a cui appartengono le famiglie dotate di un reddito maggiore a quello di cui hanno bisogno per la sopravvivenza, così da poterlo usare in una prospettiva di breve o lungo periodo.
Quanti mercati finanziari esistono?
Partendo dalle caratteristiche delle unità in deficit o in surplus riguardo la tipologia di titoli e dal tempo in cui si deciderà di fare uso delle risorse finanziarie, esistono differenti mercati finanziari: mercati primari o secondari, in base ai titoli (azioni, obbligazioni) emessi ex novo oppure già emessi in precedenza e poi commercializzati (sottoposti a nuova vendita o acquistati in un secondo momento); mercati monetari o dei capitali, a seconda della reale disponibilità “delle unità in surplus di impiegare le proprie risorse monetarie per periodi inferiori all’anno oppure superiori”. Sono tre le ragioni che hanno dato un impulso importante all’attività di intermediazione finanziaria: la mancanza di informazioni adeguate nell’ambito del settore finanziario; la scarsa o mancata conoscenza e preparazione degli investitori in tema di questioni finanziarie ed investimenti, rendendoli spesso vittime di raggiri e truffe; gli squilibri in tema di informazione, che non permettono di percepire l’evoluzione dei mercati e dei prezzi di un investimento. Questo causa una “mancanza di correlazione con i prezzi storici e trend passati, che rispecchiano una cosiddetta efficienza del mercato in forma debole” sottolinea quanto sia importante l’attività di intermediazione finanziaria. Mettendo in atto gli strumenti propri dell’attività di intermediazione finanziaria, i fornitori di fondi possono godere di un decremento dei costi di controllo e di ricerca delle informazioni su un’impresa e sulla sulla attività, la diminuzione del rischio di liquidità e un importante decremento dei costi di transazione.
L’attività di intermediazione finanziaria è principalmente portata avanti da figure dotate di alta preparazione in materia finanziaria, capaci di concretizzare attività di investimento, consulenza e altre operazioni del settore. Le maggiori azioni di intermediazione finanziaria svolte sono realizzate soprattutto da banche d’investimento, dalle compagnie assicurative, dalle società di gestione del risparmio (SGR), dalle società di intermediazione mobiliare (SIM) e dai fondi pensione.